Mr. condom si è rotto: cosa fare? Manteniamo la calma!

Durante un rapporto sessuale penetrativo, sia tra partner dello stesso sesso che tra partner di sesso diverso, la rottura del profilattico (preservativo o condom) è un’evenienza possibile e non del tutto rara. La rottura del preservativo può essere causata principalmente da una sua cattiva conservazione e/o da un uso inappropriato.

Qualora il condom si rompa, non bisogna farsi prendere dal panico, ma agire celermente e razionalmente, considerando le singole e personali circostanze in cui questo è stato usato. Il profilattico infatti ha come funzioni principali quelle protettive da infezioni sessualmente trasmissibili e quelle anticoncezionali.

Qualora dopo un atto sessuale, abbiamo la consapevolezza che sia presente un alto rischio di contagio di infezione, causa rottura del profilattico o non uso dello stesso, non dobbiamo farci annebbiare dall’ansia ma agire… che fare??

Se la persona con cui abbiamo avuto un atto sessuale ci ha dichiarato il suo stato sierologico HIV+, bisogna capire se quest* è in terapia o no, in quanto se tale persona assume regolarmente la terapia il rischio di contagio è ridotto quasi a zero (U=U), nel caso in cui invece la persona non fosse in terapia o ne facesse un uso distratto e sporadico, non dobbiamo impaurirci e la prima cosa da fare è andare al pronto soccorso o rivolgersi ad una struttura specializzata in Hiv/Aids, meglio se accompagnati anche dall’altra persona e raccontare l’accaduto. Verrà eseguito un prelievo del sangue ad entrambi e se è possibile verrà richiesta una visita dal medico infettivologo il quale, in caso di necessità, provvederà alla somministrazione di una Profilassi Post Esposizione (PEP).

La PPE è un trattamento di breve periodo con farmaci antiretrovirali, intrapreso immediatamente dopo l’esposizione al virus dell’Hiv, al fine di ridurre il rischio di infezione. La profilassi deve essere iniziata al più presto (preferibilmente entro 4 ore e non oltre le 48 ore) e ha la durata di 4 settimane, durante le quali sono previsti dei controlli per verificarne la tollerabilità. Le Linee Guida Italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali indicano i casi in cui l’offerta della PEP è raccomandata e i casi in cui non lo è.

Per quanto riguarda la trasmissione sessuale, oltre che a seguito di violenza sessuale, la PEP è raccomandata in caso di:

  • rapporto recettivo anale o vaginale (con o senza eiaculazione interna) o eiaculazione in bocca, solo se il partner ha l’Hiv e carica virale rilevabile o se ci sono indizi di esposizione al rischio molto recente a carico del partner;
  • rapporto insertivo anale o vaginale, solo se il partner ha l’Hiv e carica virale rilevabile.

La PEP non è raccomandata in caso di rapporti orali vaginali (cunnilingus) sia fatti che ricevuti, per chi riceva una fellatio e per tutti i rapporti non penetrativi (petting) in quanto comportamenti con un basso livello di rischio. Nel caso in cui il partner sia Hiv+ (sieropositivo) e abbia la carica virale stabilmente non rilevabile negli ultimi mesi, la PEP non è raccomandata nemmeno a chi ha praticato una fellatio ricevendo l’eiaculazione in bocca o in caso di rapporto anale o vaginale sia insertivo che recettivo. [Fonte: ultimo aggiornamento lila (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids) Novembre 2019].

La procedura della PEP richiede che i test per la diagnosi di HIV vadano effettuati secondo tre step:

All’inizio del trattamento tempo zero: questo prelievo ha una valenza molto importante per l’inizio della profilassi post esposizione per due semplici motivi: ci dà una visione reale e molto precisa della carica virale del contagiante e lo stato immunologico della persona eventualmente contagiata, escludendo la presenza di ulteriori patologie immunodeficenti.

Dopo 45 giorni test combinati: ricercano gli anticorpi anti-HIV prodotti dall’individuo e verificano la tollerabilità del farmaco nei confronti del paziente, conteggiano la quantità di cellule CD4 (note anche come linfociti T helper)

Dopo 90 giorni test solo anticorpali: per poter escludere definitivamente l’infezione.

Superato l’ultimo test a tre mesi, se i risultati sono negativi, la persona non ha contratto il virus dell’HIV e si può considerare definitivamente sieronegativa.

Attenzione: la PEP non è uno strumento di protezione alternativo al preservativo!

Per evitare una gravidanza indesiderata e inaspettata, causa rottura del condom, invece possiamo recarci sia al Pronto Soccorso che nel Consultorio di riferimento territoriale per richiedere gratuitamente, dopo esami clinici e laboratoristici specifici, la pillola del giorno dopo.

L’associazione territoriale aretina Arcigay Chimera Arcobaleno, offre a tutti e tutte un servizio di Sportello di Ascolto presente nella sede in Via Garibaldi 135, ogni Sabato dalle 16:00 alle 18:00, dove è possibile parlare con persone volontarie e formate per ascoltare e rispondere ad ogni domanda e dubbio anche su questa tematica.

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Chimera Arcobaleno” è un’associazione di promozione sociale nata nel dicembre 2009 per affermare la piena realizzazione e visibilità delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender della provincia di Arezzo, con l’obiettivo di contrastare omofobia, transfobia, pregiudizi, discriminazioni e violenza in ogni loro forma.

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